mercoledì 17 dicembre 2008

GIUSTO SPERIMENTARE SULLE STAMINALI EMBRIONALI? COSA DICONO GLI SCIENZIATI IN ITALIA.

Il dibattito italiano sulle cellule staminali embrionali vede il fronte scientifico spaccato; semplificando, da un lato vi sono autorevoli scienziati (Veronesi, Levi Montalcini, Dulbecco) che, sottolineando la grande possibilità terapeutica che tali cellule potrebbero avere, in definitiva reputano corretto l’impiego di embrioni umani anche a costo di comprometterne l’esistenza, dall’altro vi sono scienziati anch’essi autorevoli (Vescovi, Arrigoni, Redi) che, prima di imbattersi in discussioni di qualsivoglia natura sull’identità dell’embrione umano, tendono a sottolineare i mai superati limiti delle staminali embrionali sul terreno applicativo. Limiti che invece non hanno le cellule staminali adulte, già efficaci in svariate decine di protocolli terapeutici, buona parte dei quali portati avanti proprio in Italia.

1 commento:

  1. Il mio parere è che la posizione di Vescovi e Arrigoni sia ipocrita.
    Se si vuole bloccare la ricerca sulle embrionali per motivi religiosi lo si dica a chiare lettere.
    Le discussioni sull'essenza dell'embrione umano sono ineludibili, le si affronti quindi.
    Altrimenti sui scelga la propria strada, permettendo ad altri ricercatori di scegliere diversamente.
    Non si camuffi la propria posizione religiosa per una posizione scientifica, solo per timore di essere tacciati di spirito antiscientifico.
    I "migliori risultati" delle staminali "adulte" ottenuti fin qui, infatti, non sono un motivo valido per abbandonare le ricerche sulle embrionali.
    I due filoni possono ben procedere parallelamente, e anzi giovarsi l'uno dei risultati dell'altro (cosa già più volte avenuta: tutte le volte che si sente parlare di adulte "riprogrammate" in modo da acquisire le proprietà di totipotenza delle embrionali, si manca di precisare che tali risultati sono stati resi possibili da ricerche COMPARATE tra adulte ed embrionali).
    I limiti manifestati delle embrionali fino ad ora, come il loro essere cancerogene eccetera, lungi dall'essere valido motivo per rinunciare, sono anzi una buona ragione per intensificare le ricerche e per aumentare gli stanziamenti.

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